giovedì 31 gennaio 2013

Chi non rosica non Razzola (fatemi uscire da Ruzzle)

Una volta la Settimana Enigmistica era il “passatempo più sano ed economico”, per chi voleva rilassarsi un po’ facendo le parole crociate.
Oggi c’è Ruzzle  si gioca sul cellulare e per quanto economico (2,69 € per la versione Pro, altrimenti potete scaricare a gratis quella normale), con oltre 20 milioni di giocatori e più di 3 miliardi di partite giocate, di sano è rimasto ben poco.
Apparentemente è solo un gioco di anagrammi dalle regole molto semplici: c’è una griglia con 16 lettere e bisogna trovare parole di senso compiuto facendo incroci in ogni direzione, chi fa più punti alla fine di tre round, da 2 minuti l’uno, vince. Si possono cercare avversari a caso oppure sfidare i propri contatti di Facebook o Twitter, e qui le cose cambiano.
Perché i risultati sono visibili sui social network e quando cominci a perdere le prime partite e i tuoi amici iniziano a sfotterti pubblicamente, ti sale una scimmia di proporzioni bibliche, ed è in quel preciso istante che Ruzzle ti ha già fregato.  
Dopo qualche partita persa inizi a trasformarti in uno stupratore di vocabolari, non ti frega più niente di trovare parole ricercate, se fa punteggio va bene tutto: parolacce, plurali inventati, parole storpiate e improbabili diminutivi. Una volta entrati nel tunnel della dipendenza, ogni momento libero diventa buono per farsi una sana dose di anagrammi, tanto qualche altro Ruzzle-addicted, online si trova sempre.
Rosicamento e perculaggio violento da Ruzzle hanno mietuto vittime in tutto il globo, e il numero di amici persi e di coppie che saltano è in costante aumento; e come al solito c’è chi in preda alla frustrazione più totale si rivolge a siti di cheat come Oceanor o Ruzzle Solver , o ad app a pagamento come Ruzzle & Scramble Solver per Android e Cheat for Ruzzle per iPhone, con tanti saluti al fair play. 
Se invece preferite rompere le scatole in maniera del tutto personale, c’è sempre la tecnica del message-bombing, che consiste nel bombardare di messaggi l’avversario nel tentativo di fargli perdere la concentrazione.
Ma Ruzzle non piace solo ai comuni mortali, sono moltissimi, infatti, i VIP Ruzzle-dipendenti  che approfittano di un momento di pausa per cimentarsi nel gioco del momento: Luca Argentero (se volete sfidarlo il suo nick è: largento3), Rihanna, Luca Bizzarri, per non parlare di Gerry Scotti che secondo Tgcom24 vorrebbe farne addirittura un format televisivo.
Se volete partecipare a qualche torneo su queste pagine Twitter e Facebook potete trovare quella che fa al caso vostro, mentre se avete desideri più orientati sul masochismo andante, potete sempre sfidare i giocatori più forti del mondo, sulla pagina ufficiale di Ruzzle trovate la classifica completa per nazione con i relativi nickname.
Se invece Ruzzle vi ha già stufato e volete farvi due risate, eccovi qualche perla trovata in giro per il web:













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martedì 29 gennaio 2013

L'insana passione per i Balli Caraibici: Pro e Contro


Se una sera decidete di andare a ballare, occhio, perché negli ultimi tempi sulle piste da ballo può capitare di trovarsi in mezzo a gruppi di persone vestite in modo un po’ , forse anche troppo, colorato che potrebbero travolgervi senza che neanche ve ne accorgiate. Di chi sto parlando? Dei gruppi di balli Caraibici.
E se la prima cosa che vi viene in mente è Johnny Depp vestito da pirata dei Caraibi che si dimena come un forsennato, siete fuori strada.
Anzitutto, una prima, doverosa, distinzione che potrebbe salvarvi la vita: i balli Caraibici non sono Balli Latino-Americani, guai a dare del “latinoamericano” a chi balla “caraibico” perché potreste essere picchiati a suon di salsa!
Dicevamo, quindi, i balli Latino Americani sono:  Samba, Cha cha cha, Rumba, Paso Doble, Jive. Mentre per Balli Caraibici si intendono: Salsa, Merengue, Bachata, Rueda de Casino.
Questi balli hanno iniziato a diffondersi all’incirca verso il 2003, periodo in cui nelle nostre radio impazzavano gli Aventura con la loro Obsession fino ad arrivare al tormentone del 2012 Ai se eu te pego! Da allora la febbre dei Caraibi ha contagiato tantissime persone, tanto che ultimamente è difficile non trovare corsi di questo tipo in ogni palestra, oltre che nei peggiori bar di Caracas. 
Sul perché la Caraibo-mania abbia attecchito in maniera così violenta nel nostro paese si sono interrogati in tanti, e pare che anche Roberto Giacobbo, in piena crisi depressiva dal fallimento del piano Maya per la fine del mondo, abbia deciso di scriverci un libro sopra.
Scherzi a parte, la formula del successo dei Balli Caraibici è relativamente semplice. Nelle scuole si possono conoscere persone con la stessa passione, magari agli inizi anche loro, e si impara insieme a muovere i primi passi,  senza contare che il fine settimana ci si può organizzare per andare insieme nei locali a mettere in pratica i propri progressi.
 Sono balli adatti a persone di tutte le età perché, a meno che non vogliate andare a fare i campionati mondiali, i passi e le figure sono relativamente semplici, e inoltre sono un buon motivo per muoversi un po’,  quindi se fate una vita sedentaria  sono sicuramente indicati.
Inoltre non dimentichiamo che nei balli caraibici, che solitamente sono di coppia, anche il fattore rimorchio è molto elevato e le probabilità di fare nuove conquiste sono notevoli!
Attenzione però, a fare da contraltare a questi elementi positivi, non bisogna dimenticare che come tutte le cose, ovviamente, ci sono anche dei contro.
I gruppi di Balli Caraibici, causa vestiti eccessivamente colorati sono spesso scambiati per gruppi di Hare Krishna con buona pace delle vostre possibilità di rimorchio. Dopo ore di ballo forsennato sarete sudati e appiccicaticci e potreste essere attraenti come un Terranova dopo il bagnetto. La passione per il ballo va benissimo, ma la confusione sprigionata da un gruppo di Balli Caraibici è solitamente paragonabile al fastidio generato dal megafono dell’arrotino che passa alle 7 di mattina di domenica sotto il vostro balcone, quindi entusiasmo sì, ma non scordate mai le buone maniere.
Di locali per esprimere la vostra inarrestabile passione caraibica ce ne sono moltissimi, se vi trovate nella capitale potete fare un salto, o anche di più se volete, al Palacavicchi o al Caraibe, mentre per avere informazioni su corsi ed eventi vi segnalo la pagina Facebook di Balli Caraibici e Latino Americani e quella di Disco Latino.


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giovedì 24 gennaio 2013

Meteoropatia: guida pratica alla sopravvivenza


Vi è mai capitato che bastassero due gocce di pioggia per mandarvi di traverso la giornata? Appena il cielo si annuvola un po’ cominciate a dare in escandescenze come se aveste bevuto tutti i 7000 caffè di Alex Britti? Tranquilli, non siete sociopatici né papabili serial killer, in compenso siete i benvenuti nel club dei meteoropatici!
Se un tempo le persone che soffrivano di questa sindrome erano una piccola percentuale, oggi siamo tutti un po’ più sensibili ai capricci del tempo, e sembra che l’aumento sia legato ai ritmi di vita frenetici e allo stress ambientale e sociale cui siamo sottoposti ogni giorno.
Il nostro organismo infatti reagisce ad ogni mutamento, anche a quello climatico con una “sana” dose di stress, e se, come accade spesso, non si dispone dei necessari tempi di recupero, tutto ciò ha delle ricadute sia a livello psicologico che psicosomatico.  E cosa c’è di meglio di una tazzona di cioccolata calda fumante, magari con un’aggiunta di Nutella, per rimettersi in pace col mondo? Non avete idea di come si faccia? Eccovi una ricetta per avere in 10 minuti quella che secondo me andrebbe considerata la panacea definitiva!
Per i cacao dipendenti, perché non provare l’ebbrezza di un bel tuffo in una vasca piena di cioccolato?


Se invece avete paura che il binomio Nutella e meteoropatia scatenino i anche i sensi di colpa nei confronti della vostra linea, non vi preoccupate, esiste un altro rimedio che non avrà alcun effetto sulla vostra silhouette, meglio noto come la tecnica del Burrito umano. Consiste nell’arrotolarsi in una coperta e mettersi sul proprio divano/letto in stato vegetativo o ascetico/contemplativo e aspettare che la burrasca passi da sé.
Ovviamente,  potete anche utilizzare una di quelle fantastiche coperte con le maniche che possono essere utili se nell’attesa aveste la necessità di usare i vostri arti superiori magari, che so, per leggere un libro.
Per i puristi del relax assoluto niente di meglio di un buon bagno caldo magari “condito” da qualche olio essenziale e da candele profumate che aiutino a trovare l’atmosfera giusta.
Ma ognuno è libero di trovare il proprio rimedio personale, non dimenticate però che l’importante, in questi casi, è ritrovare se stessi, quindi il consiglio che mi sento di darvi è di ascoltare voi stessi, sembra scontato, lo so,  ma molte persone cercano rifugio in attività che non fanno altro che aumentare lo stress.  Cercate, inoltre, di evitare due errori ricorrenti ma altrettanto fatali: andare a fare la spesa per tirarvi su, perché finireste solo per prosciugare il vostro conto in banca e vi ritroverete casa invasa da mille cibarie e schifezze varie che non mangerete mai, e  soprattutto, per favore, evitate, per quanto depressi/e possiate essere, di chiedere qual è il senso della vita a Siri, la vostra autostima vi ringrazierà.
E ricordate che in fondo, per quanto la meteoropatia possa buttarvi giù, come diceva la buona Rossella O'Hara, “Domani è un altro giorno”...e speriamo che ci sia il sole!

martedì 22 gennaio 2013

Speed Date: alla ricerca del vero amore?


Sabato sera mi chiama la mia amica Franci e mi dice che devo assolutamente accompagnarla, che aveva già prenotato in un locale e che all’ultimo minuto una sua amica le aveva dato buca. “Perché no?”, mi sono detta, tanto non avevo organizzato nulla. Poi ho scoperto l’arcano, mentre parcheggiavamo mi ha spiegato che aveva prenotato, sì, ma non era una cena qualsiasi, ma un incontro di Speed Date!
Avete presente quegli incontri in cui si hanno a disposizione 3 minuti per parlare con eventuali “pretendenti” che cambiano di tavolo in tavolo e in cui dovete scrivere su un foglio impressioni positive e/o negative? Ecco, proprio uno di quelli!
Ormai però ero in ballo, e Franci mi sembrava così entusiasta che mi sono detta: “Ma sì, proviamo... in fondo che c’è di male?”
E devo dire che, nonostante lo scetticismo iniziale, mi sono divertita parecchio. Soprattutto tra uno pseudo-tronista e l’altro e qualche marpione da competizione a parte, si riesce a parlare anche con gente “normale” che ha solo voglia di conoscere persone nuove.
Dopo aver riaccompagnato a casa Franci, ahimè, più single di prima e ancora alla ricerca del vero amore, sono andata su Internet e ho scoperto che ci sono varie alternative di: Dal Book Date, in cui ci si porta uno dei propri libri preferiti che sarà il tema di discussione con gli altri partecipanti e alla fine del gioco l’organizzazione regala libri a tutti i partecipanti; al Lock Date, in cui ad ogni ragazza viene consegnato un lucchetto e ad ogni ragazzo viene data una combinazione, lo scopo è che i ragazzi trovino il lucchetto con la loro combinazione e per fare ciò, ovviamente, devono conoscere più ragazze possibile per trovare il lucchetto giusto, se ci riescono la “coppia” vince un premio e quindi si è invogliati a partecipare alla caccia al tesoro.
Anastasia Volkova ©
Anche le formule proposte da agenzie come Speed Date e Club dei Single sono diverse, da quella tradizionale che ha un costo di circa 25€ a quella comprensiva della cena in cui si è seduti in tavoli da 6/8 persone e i ragazzi girano tra i vari tavoli tra una portata e l’altra, e si aggirano sui 50€.
Non preoccupatevi,  le serate sono divise per fasce d’età così non correte il rischio d’incappare in pensionati vari ed eventuali!
Morale della favola credevo fossero incontri per persone alla disperata ricerca dell’anima gemella che da quando Marta Flavi ha chiuso la sua Agenzia Matrimoniale non sapessero dove sbattere la testa, invece è un modo diverso per conoscere persone nuove e non necessariamente un’arena dove svariati assatanati si battono all’ultimo sangue per conquistare un appuntamento con la donzella di turno!
Se avete una serata libera e avete voglia di farvi una risata in compagnia di qualche amica, ve lo consiglio assolutamente, e poi  chissà....hai visto mai che scatti il colpo di fulmine?


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lunedì 21 gennaio 2013

Impasta che ti passa: tutto quello che volevate sapere sul pane fatto in casa


Se anche voi alle parole “Pane” e “fatto in casa”, iniziate ad avere l’acquolina in bocca come i cani di Pavlov,  ecco, siete nel posto giusto. Perché oggi voglio “iniziarvi” a questo sacro rituale che si tramanda da millenni.
Si, oggi sarò la vostra sciamana!
Anzitutto perché in tempi di crisi è bene saper fare un po’ di tutto - si a breve arriverà anche una retrospettiva sull’orticello da terrazzo - e poi perché oltre ad essere un passatempo economico, è anche divertente oltre che gratificante dal punto di vista creativo-mangereccio.
All’inizio fu la farina, poi venne l’età moderna col suo bagaglio di allergie alimentari e divennero le farine; quindi che la vostra esigenza sia di salute, di “credo” alimentare (ad esempio vegano o vegetariano), salutistico o di pura necessità creativa, sappiate che avete a disposizione una moltitudine di tipologie di farina da cui attingere. Da quella di kamut, dall’elevato contenuto energetico, a quella di riso, più digeribile e adatta a chi soffre di intolleranze o celiachia, a quelle di ceci, di grano saraceno, di castagne...e chi più ne ha più ne impasti!
Se proprio non sapete da dove iniziare vi consiglio di fare un salto su Menta e Cioccolato, un delizioso blog con tanto di pagina su Facebook, su cui potrete trovare idee per realizzare tantissimi tipi di pane e non solo.
Qui vi voglio invece dare una ricetta presa dal blog Sapori e Ricette, per fare il Pane di Kamut:

Ingredienti:
- farina di kamut, 600gr
- acqua tiepida, 400ml
- sale grosso, mezzo cucchiaio
- olio di oliva, 4 cucchiai
- lievito di birra, 15 gr
Preparazione:
Iniziamo ricetta mettendo il lievito all'interno di un bicchiere con dell'acqua tiepida e mescolate finché non si sarà sciolto completamente.
Versate poi la farina di kamut sopra una spianatoia e formate la classica forma della fontana: al centro versatevi il lievito sciolto, l'olio e il sale; iniziate ad impastare energicamente, ricordandovi di aggiungere l'acqua pian piano.
Quando avrete formato un panetto abbastanza morbido ed elastico, mettetelo a lievitare in un contenitore infarinato, ricoperto da un panno umido, finché non sarà raddoppiato. 
A questo punto, lavoratelo nuovamente con le mani e poi rimettetelo da parte a lievitare per un'altra ora circa. Una volta in cui avrete terminato anche la seconda fase di lievitazione, fate cadete l'impasto nella teglia per il forno ricoperta dalla carta apposita (senza toccarlo con le mani).Mettete a cuocere il tutto nel forno preriscaldato a 200° per 20 minuti (ci vuole più tempo se il forno è grande). Per verificare l'effettivo livello di cottura, fate la prova dello stuzzicadenti: se uscendo dall'impasto è asciutto e pulito, significa che la vostra pagnotta è pronta.
Quando il pane si sarà ben intiepidito, sarà pronto per essere gustato.

Quindi non avete proprio scuse per non mettervi subito all’opera, e ricordatevi di postare qualche foto delle vostre opere prima di divorarle!
Vi lascio con una filastrocca di Gianni Rodari intitolata “Il Pane” e tratta da Filastrocche in cielo e in terra che, personalmente, trovo perfetta per descrivere lo spirito racchiuso in un gesto semplice e altruista al tempo stesso, come quello del fare il pane.

Se io facessi il fornaio
vorrei cuocere il pane
così grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.
Un pane più grande del sole,
dorato, profumato
come le viole.
Un pane così
 verrebbero a mangiarlo
dall’India e dal Chilì
i poveri, i bambini,
i vecchietti e gli uccellini.
Sarà una data da studiare a memoria:
Un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia.


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venerdì 18 gennaio 2013

Tributo a una leggenda: venti anni senza Audrey Hepburn


Occhi da cerbiatta, silhoutte danzante, esile, elegante e aristocratica: Audrey Hepburn è stata icona di stile lasciando un segno indelebile nella moda e nell’immaginario femminile (e non solo).
A venti anni dalla scomparsa, che è avvenuta il 20 gennaio 1993 nella sua casa in Svizzera a soli 63 anni, ci piace ricordala con una galleria di foto dedicate ai suoi personaggi più memorabili: dalla deliziosa e scombinata Holly Golightly in Colazione da Tiffany (1961), alla ingenua Principessa Anna in Vacanze Romane (1953), premiata con l'Oscar, alla modernissima Sabrina (1954), e non solo.
Nessuna poteva indossare come lei il tubino nero fatto di niente disegnato appositamente per lei da Givenchy, nessuna poteva rimanere espressiva anche dietro un paio di misteriosi occhiali scuri di Chanel, nessuna poteva avere la sua grazia calzando i pantaloni Capri con le ballerine, nessuna poteva nascondersi sotto un panama di un metro quadrato firmato Yves Saint Laurent senza sembrare eccessiva. 
Dietro al suo sorriso da palcoscenico  e ai suoi celebri personaggi , si celava in realtà una persona fragile e determinata al tempo stesso, capace di lasciare Hollywood per dedicarsi alla sua famiglia e a fare del bene. Poco tempo dopo la sua ultima apparizione cinematografica, infatti,  Audrey Hepburn fu nominata ambasciatrice speciale dell'UNICEF
Da quel momento in poi si dedicò completamente a cercare di aiutare i bambini nei paesi poveri del mondo, perché, come ricorda una sua celebre frase:

 “Non posso sopportare l'idea che due milioni di persone stiano morendo di fame. Il termine "Terzo Mondo" non mi piace perché siamo tutti parte di un mondo solo. Voglio che la gente sappia che la maggior parte degli esseri umani sta soffrendo.” 

Una donna che nonostante la fama planetaria, è sempre stata capace di dare la precedenza agli affetti e alle amicizie, forse un retaggio della sua infanzia, di quegli anni duri della Seconda Guerra Mondiale vissuti tra il Belgio, i Paesi Bassi e il Regno Unito.
La sua attività di ambasciatrice la vide impegnata in diversi viaggi tra Etiopia, Turchia, America centrale, Sudan, Bangladesh, Vietnam, fino a quell’ultimo viaggio in Somalia, al ritorno dal quale scoprì di essersi ammalata di cancro.

A testimonianza del fatto che il suo ricordo è più vivo che mai nei cuori di tutti non sono solo i tantissimi libri che le sono stati dedicati, una rassegna dei quali potete trovarla sul sito di Repubblica, ma anche le decine di pagine Facebook curate dai fans, come ad esempio Frasi e foto della bellissima Audrey Hepburn, che raccolgono le immagini e le parole più significative di quella che ad oggi, a venti anni dalla sua scomparsa,  è considerata non solo una delle più grandi icone di stile mai esistite, ma anche una delle personalità più gentili e ironiche che Hollywood abbia mai avuto: signore e signori, Audrey Hepburn.



Per una gallery esclusiva, guarda la nostra board dedicata a Audrey Hepburn su Pinterest.

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giovedì 17 gennaio 2013

Cake Design: la ricetta del buonumore


Fuori piove, “che amarezza”, avrebbero detto i Cesaroni, ma noi non vogliamo arrenderci a quest’amarezza, anzi, vogliamo sfidarla con un’iniezione di dolcezza e un pizzico di fantasia!
E allora perché non cogliere l’occasione di questo tempaccio che ci costringe dentro casa per imparare qualcosa di nuovo, divertente e che magari riesca al tempo stesso a gratificare la nostra vista e il nostro gusto?
L’hobby che vi presento oggi per combattere l’apatia da maltempo è il Cake Design, o Sugar Art, che dir si voglia: ovvero l’arte di decorare le torte!
E per decorazioni non intendo le scritte del tipo “tanti auguri” che quelle ormai le fanno tutti,  sto parlando del livello hard, di vere e proprie opere d’arte da gustare visivamente prima e “ciccionamente” poi.
Ma cosa serve per tirare fuori la Nonna Papera che c’è in noi?
Piano antiaderente
Mattarello anti-aderente
Tappetino anti scivolo
Zucchero a velo in un barattolo dosatore
Vassoio
Pasta di zucchero (ogni progetto indicherà il colore utilizzato e la quantità necessaria)
Coltellino affilato
Spatola grande
“Spacers” (servono per dare il giusto spessore al fondente quando viene steso, il fondente viene steso tra queste due “bacchette” che evitano avvallamenti, dando uno spessore regolare)
Sacchettini in plastica (es: sacchetti gelo)
Colori alimentari
Formine: se ne possono usare di diversi tipi e dimensioni, e soprattutto potete sbizzarrirvi a cercare qualunque cosa che avete già in casa e faccia al caso vostro: cappucci di penne, barattoli, piatti, mattoncini Lego,  il gatto, no magari quello meglio di no...

Di sicuro molte cose le avrete già, ma sono comunque tutte facilmente reperibili in un qualsiasi negozio di casalinghi, o perché no, anche dal cinese sotto casa. Se proprio non volete  uscire di casa ovviamente potete sempre trovarli su Fourshopping o Amazon.
I prodotti per le decorazioni, inoltre, sono tantissimi, ma la regina indiscussa è sicuramente la Pasta di Zucchero; serve a ricoprire le basi in pan di spagna,. Potete acquistarla già fatta nei laboratori di pasticceria, oppure su siti come Decorazioniperdolci.it o Piccolipensieri.it oppure potete cimentarvi voi stesse nella realizzazione seguendo questa semplice ricetta di Giallozafferano.it o, in alternativa, potete seguire la mia:

Ingredienti:
430 gr di zucchero a velo
11 gr di gelatina in fogli
40 gr di acqua
20 gr di glucosio
15 gr di burro

Mettere la gelatina nell'acqua fredda per circa 10 minuti. Aggiungere il glucosio e sciogliere nel microonde. Utilizzando un robot da cucina o una planetaria, impastare tutti gli ingredienti per qualche minuto, poi continuare a mano finché il composto non diventa liscio e compatto.

Se poi avete deciso di seguire un corso, ma non sapete dove andare, tranquille, su Cakedesignitalia.it potrete trovare un elenco di tutti i corsi attivi in Italia.
Per scoprire i segreti di questa dolce arte ci sono anche moltissimi programmi in tv, uno su tutti, Torte in Corso, condotto dal grande Renato Ardovino,  uno dei migliori Cake Designer dell’etere.
In alternativa, su Facebook ci sono tantissime pagine sul Cake Design, come quella di  Alice in Sugarland, gestita da Chicca D’Errico, dove potrete trovare appassionati che sapranno dare risposta ai vostri dubbi o con cui potrete semplicemente scambiare idee e impressioni.
Insomma, non so se lo zucchero salverà il mondo, ma di sicuro ha già salvato molte “desperate housewives” che hanno trovato nell’arte del Cake Design un modo per uscire dall’anonimato. Per crearsi un lavoro, per andare avanti, per continuare a sognare. D’altro canto se fuori piove, preparare una torta, è il modo migliore per far tornare il sereno … da sempre!





mercoledì 16 gennaio 2013

Cinquanta sfumature di...Burlesque!


Bastano due gocce di pioggia per tenervi rintanate dentro casa fino alla prossima
primavera? Male, anzi malissimo!
Vogliamo iniziare questo 2013 all'insegna dell'attività, e per questo nei prossimi giorni vi
riempiremo di spunti per farvi passare la voglia di restare rintanate sotto ad un piumone e
farmi muovere un po'! Si perché i maschietti anche con la neve e la pioggia di asteroidi al
calcetto non rinunciano, e voi volete forse essere da meno?
Quindi stop al barbonaggio da divano violento e anche a Valsoia!
Per tutte le amanti delle sfumature di grigio e Co. basta con i libri! Avete letto abbastanza
da scrivere un'enciclopedia del sadomaso, quindi adesso è ora di muoversi e di tirare fuori
la ghepardona che c'è in voi. Come?
Vi dice nulla la parola Burlesque? No? E allora ecco il primo dei nostri consigli: dalle palestre ai locali questa disciplina è sempre più seguita e non abbiate paura, non vogliamo farvi ritrovare nude, in bordelli di quart'ordine, pieni di uomini di mezz'età pronti a infilare
banconote nelle mutande della prima malcapitata.
Il Burlesque è tutta un'altra storia: è varietà, è erotismo fatto di ammiccamenti velati, ma
anche satira e comicità, non roba da olgettine qualunque.
Perché Burlesque non significa solo spogliarelli, ma è una vera e propria Arte che affonda le sue radici nel tardo 1700, riportato in auge recentemente grazie a diversi film e soprattutto a personaggi come Dita Von Teese, regina indiscussa del moderno burlesque.
Moltissimi i locali di tendenza che offrono spettacoli di Burlesque, se avete voglia di approfondire vi segnaliamo il Micca Club di Roma e il Royal Burlesque di Milano.
Se l'idea vi stuzzica ma avete paura di fare la figura dell'ippopotamo col tutù stile Fantasia di Walt Disney, niente paura, un corso in  una vera e propria scuola di Burlesque, come lo IALS o la Burlesque School, gestita da Mitzi von Wolfgang, una delle guru internazionali della disciplina, vi aiuterà a trovare le giuste motivazioni e soprattutto a insegnarvi le basi necessarie per muovere i primi passi.
Ovviamente un minimo di predisposizione al ballo e  voglia di attirare l'attenzione non
guasta mai, ma ricordatevi che l'obiettivo non è spogliarsi, ma di sedurre divertendo, di
creare un personaggio e soprattutto giocare col proprio corpo senza volgarità. E poi dove
altro potete ballare indossando corpetti, guepiere, ventagli tempestati di piume, boa
esagerati, e scarpe da brividi senza paura di sentirvi delle complete imbecilli?
Il tutto sarà inoltre molto più divertente se fatto in compagnia di un'amica, magari leggermente esibizionista, tanto, chi non ne ha almeno una?


martedì 15 gennaio 2013

S.O.S. Stivali


Quegli stivali comprati in saldo sono veramente la fine del mondo, erano proprio ciò che stavi cercando da mesi e mesi, solo che di spenderci tutti quei soldi non era il caso. Adesso si, invece, ora puoi....ora sono in saldo....e finalmente sono tuoi. Solo che invece del 38 era rimasto solo il 35 e hai deciso di rischiare, "ma si, in fondo si tratta di qualche centimetro...che vuoi che sia?" ti sei detta.
Oppure quell'altro paio comprato su Internet, bellissimi anche quelli, solo che non ti eri proprio resa conto che le misure erano quelle americane e ora non puoi più cambiarli, che fai, li butti?
A chi non è mai capitata una cosa del genere? 
Se anche voi vi siete rotte le scatole di passare tutta la sera a ballare lo Schiaccianoci e di tornare a casa con i piedi ridotti come il peggior fachiro della storia, ecco questo post è dedicato a voi. Soprattutto se non volete rischiare la vita come me, che per tentare di allargare gli stivali indossandoli per tutta la notte ho rischiato di farmi scoppiare un embolo, eccovi qualche dritta "risk-free" :

- Il calzolaio. Se i consigli fai da te non ti bastano e vuoi un risultato sicuro, vai dal tuo calzolaio di fiducia, che con la sua professionalità e gli attrezzi giusti ti permetterà di avere scarpe comode con poca spesa.

- Il phon. Il calore può ammorbidire la pelle, portandola a cedere. Indossa le scarpe strette con dei calzettoni e falle riscaldare con l’asciugacapelli dove vuoi allargarle. Ripeti l’operazione fino ad ottenere una calzatura comoda. Passa subito il lucido per evitare che il calore secchi il pellame. Il phon è ottimo per il camoscio (occhio a non passare il lucido), meno per la pelle.

- Il giornale. Arrotola delle pagine a mo’ di palla e bagna il giornale con acqua fredda o con alcol: la prima elimina ogni rischio di macchia, il secondo potrebbe agire più velocemente. Lascia il giornale nelle scarpe per qualche ora. Sconsigliato per il camoscio a causa delle macchie d’acqua.

- Il ghiaccio. Riempi d’acqua a metà un sacchetto per alimenti, chiudilo bene ed inseriscilo nella scarpa. Metti scarpe e sacchetti in freezer a congelare per almeno un’ora. Togli la calzatura dal freezer e lasciala scongelare per 20 minuti circa, la scarpa si allargherà perché il ghiaccio si espande. Essendo il ghiaccio un rimedio più “d’urto” rispetto al giornale, è molto consigliato per materiali meno cedevoli come la tela e sconsigliato per il camoscio che soffre l’acqua.

- Lo spray allargascarpe. Si acquista nei negozi specializzati. Spruzzalo sulla scarpa ed indossa la calzatura o inserisci una forma allargascarpe per qualche ora. Ripeti fino a raggiungere la larghezza desiderata. Se non hai lo spray, spruzza una soluzione con acqua ed alcol in parti uguali.

- Il grano. Un vecchio trucco da cowboy per gli stivali: riempi le scarpe di chicchi di avena o grano, innaffiali con acqua sufficiente a farli gonfiar e lasciali nella scarpa tutta la notte. Indossa le scarpe il giorno dopo fino ad ottenere una calzatura perfetta e fai asciugare lo stivale.

E se anche con questi consigli proprio non ci riuscite, una bella lima e giù di olio di gomito sul piede, che oh, quello prima o poi cede eh!

martedì 8 gennaio 2013

VIULENTEMENTE ANNI '80 atto secondo - I CHiPs



E dopo gli "angeli" di Charlie, il post di oggi lo vogliamo dedicare ad un altro telefilm, con protagonista una delle coppie (di fatto) più acclamate degli anni '80, i mitici CHiPs, alias Frank Poncherello e Jon Baker (e chi è costui? vi starete chiedendo....è quello biondo di cui nessuno si ricorda mai il nome!).
Con i loro inseguimenti (sempre miracolosamente appaiati e nessuno ha ancora capito come facessero) sulle highway californiane hanno fatto credere a milioni di bambini che si poteva andare a 200 all'ora senza schiantarsi sognare milioni di persone in tutto il mondo, e non venitemi a dire che da piccoli non avete mai neanche lontanamente sognato di chiedere a Poncherello dove trovasse quelle magliette della salute oscene fare un giro in moto con loro, e tutt'oggi le repliche di questa serie sono seguitissime, a conferma di un perculeggiamento senza precedenti un affetto che continua nel tempo.
Fox Retrò dedica anche a loro, e all'immancabile Ponch-style che ha fatto tendenza per anni, la serie di t-shirt ispirate ai telefilm anni '80 ...non so voi, ma io finchè ci sono i saldi continuerò a farne incetta perchè a prezzo pieno neanche se me le regalano!



lunedì 7 gennaio 2013

VIULENTEMENTE ANNI '80 - CHARLIE'S ANGELS


Eh si, a quanto pare avevano ragione gli Afterhours quando cantavano "Non si esce vivi dagli anni '80", e infatti quest'anno spalline e paillettes sono tornate prepotentemente di moda! Ma i fantastici anni '80 non erano solo vestiti esagerati, colori fluorescenti e musica dance, erano molto molto di più. 
Erano soprattutto gli anni dei telefilm che hanno segnato l'infanzia di molti, e che a più riprese sono stati riproposti anche ai giorni nostri sul grande schermo, vedi Starsky & Hutch, A-Team, Hazzard. 
Uno dei telfilm più amati di quegli anni resta però Charlie's Angels, gli angeli del piccolo schermo che hanno fatto innamorare generazioni di fans e che hanno, soprattutto, fatto rosicare milioni di ragazzine dell'epoca. Si, perchè diciamola tutta, non erano quelle quattro sgallettate (anzi tre) ripiene di botox che si possono vedere in tv oggi, erano genuine, avevano uno stile impeccabile e le sapevano anche dare di santa ragione, che non guasta mai.
Forse è per questo che Fox Retrò ha lanciato una serie di T-shirt ispirate al mondo dei telefilm anni '80, e abbiamo voluto iniziare la nostra rassegna proprio con gli angeli...sono iniziati anche i saldi, che aspettate?

venerdì 4 gennaio 2013

La befana vien di notte...con le scarpe tacco 12!


Ma basta con questa storia delle scarpe rotte, del naso gobbo e dei capelli arruffati, siamo nel 2013 accidenti!
Ma, dico io, voi non vi sentireste offese?
Da quest'anno si cambia, stivali tacco 12, un ritocchino qua e là, un colpo di piastra, e via, a distribuire calze più belle che mai!
Eh ma come al solito qualcuno avrà da ridire.... e che le tradizioni sono tradizioni, e che non si può fare, guarda che non ti riconoscono e ti scambiano per una escort...già me li immagino!
Ma cosa mettere nelle calze? Eccovi qualche consiglio per variare un po' dalla solita calza:
Per gli adulti
Optiamo per una calza tematica. Cioè, scegli un tema e riempi tutta la calza seguendo quel trend, ovviamente senza dimenticare di aggiungere qualche leccornia. Molte di queste calze tematiche vanno bene anche per i figli adolescenti.
Calza make-up
È perfetta per fare un regalo a un’amica o a una figlia adolescente. Puoi metterci dentro tutti i pezzi più classici per il make-up, dal fondotinta, al correttore, dal fard, alla cipria, dagli ombretti, ai rossetti, dai pennelli al mascara. Ma potrai anche usare la fantasia e inserirci qualche pezzo di quelli che si usano per un trucco più professionale: per esempio un primer o un illuminante.
Calza beauty-care
Va bene anche per gli uomini ed è perfetta pure per un regalo al proprio fidanzato. Potrai metterci creme per il viso e per il corpo, bagno schiuma divertenti e profumati, tutto per la cura dei capelli, o anche accessori per la manicure e per la pedicure.
Calza accessori
Anche questa va bene per tutti, ovviamente in base all'accessorio che si sceglie. Ci puoi mettere un portachiavi e un portafogli abbinati, oppure sciarpa, cappello e guanti... cinte, portamonete, bijoux, un orologio ... ovviamente tutto sempre circondato da tanti dolciumi.
Calza “seducente
Per lui e per lei, potrai metterci diversi capi di abbigliamento intimo e divertirti ad alternarli con cioccolatini e altre dolcezze.



giovedì 3 gennaio 2013

Cupcake che passione!

Piccole eppure perfette. Che sia questo il segreto del loro successo? Di cosa sto parlando? Ma delle Cupcakes naturalmente, le torte in miniatura che ormai sono una moda esplosa anche qui da noi!  E se siete delle fanatiche della linea, non preoccupatevi, non c'è bisogno di mangiarle per forza, visto che ormai imperversano in qualunque forma vi venga in mente.
Ispirate alle torte più celebri potete infatti trovare di tutto: dalle borse alle scarpe, dai gioielli alle praline da bagno per arrivare fino ai pouf e alle candele profumate. E non mancano ovviamente anche le versioni nuziali, e per i più esigenti quelle a mo' di gioielli celate nei loro preziosi scrigni.

Ovunque dilagano anche i corsi di pasticceria per districarsi in questo magico mondo fatto di burro, farina, lievito e tanta tanta fantasia e colori, per non parlare dei libri dedicati a queste piccole star, con tanto di stampi e formine, che ormai imperversano nelle librerie; e se la cucina è un trend sempre più seguito anche in tv, quello delle Cupcakes è sicuramente uno dei fenomeni più popolari del momento. E come dargli torto visto quanto sono buone?











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